Tipografia # I

( Alberto Tallone )
( Bergamo, 1896 – Alpignano, 1968 )




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Una bella pagina tipografica è come un bel'edificio: in essa l'occhio può trovare la stessa aurea ripartizione degli spazi, il rapporto tra pieni e vuoti ( saranno i neri e i bianchi ), insomma equilibrio, movimento, nitidezza, eleganza. Per questo, creare un nuovo carattere tipografico si rivela alla fine un' operazione artistica e Bodoni, appare qualcosa in più di un abilissimo artigiano.

In questo modo Alberto Tallone, "éditeur-imprimeur à Paris", ha inteso per 22 anni la suo attività di tipografo. Tallone è nato nel 1989 a Milano in una famiglia in cui il gusto per l'arte era nell'aria: suo padre era il celebre ritrattista Cesare Tallone, la madre una donna colta, sensibile, ricca di impulsi delicati. Fino a trentaquattro anni egli non seppe nulla, o quasi, di tipografia, ma facendo il libraio antiquario ebbe occasione di ritrovarsi nelle mani i capolavori aldini o bodoniani; di qui venne la passione di farsi editore. Tallone entrò nel laboratorio di Maurice Garantière, forse il miglior tipografo di francia; nel 1938 questa tipografia divenne sua. Nel 1950 con l'edizione dei "Sonetti" di Shakespeare nacque finalmente il "carattere Tallone". Egli in seguito sposta la sua famosa tipografia da Parigi all'Italia, ad Alpignano, a pochi chilometri da Torino, accanto alla sua casa materna: "occorre quiete, meditazione per essere un buon tipografo" dice.
Il carattere Tallone naque quand'egli si innamorò di un certo "elzeviro olandese" scovato in un catalogo e fece di tutto, ma invano, per ottenere il permesso dal governo francese per acquistarlo. fu una grande delusione ma una delusione feconda, perchè lo spinse a disegnare il "suo" carattere: un corpo dodici elegante e sobrio, senza fronzoli o lezi, classico non "fantaisiste", che parte dagli esempi romani ma che rifiuta alcuni modi antichi non più soffribili dai moderni.

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