Gli avori di Dio
Marcus Helder e Johann Eisenberg tra 1616 e 1231





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Il museo degli argenti a Firenze conserva tra i suoi tesori medicei una notevole collezione di avori torniti. Tra essi, i più singolari, per aspetto e storia, sono senz'altro i vasi provenienti da Coburgo. Fragili e fantasiosi, a renderli ancora più curiosi è il fatto che essi sono arrivati a Firenze come bottino di guerra.
Si trovavano nel palazzo ducale di Ehrenburg a Coburgo quando questa città, il 28 settembre 1632, fu presa dall'armata imperiale durante la guerra dei trent'anni. Un colonnello di nome Keller si appropriò dei vasi ma in seguito li consegnò al principe Mattias de' Medici il quale, legato all'imperatore da vincoli di parentela, combatteva nelle truppe imperiali. In piena guerra i vasi furono spediti attraverso le Alpi a Firenze, al granduca Ferdinando II, fratello di Mattias. Arrivarono il 1° di Aprile 1633 e furono sistemati nella Galleria degli Uffizzi. Trentadue erano i vasi a Ehrenburg, trenta furono inviati e ventisette si conservano ancora. Si tratta di un gruppo omogeneo che si rivela eseguito da due tornitori tedeschi operanti alla corte dello sfortunato principe di Coburgo, Johann Casimir duca di Sassonia, Julich, Cleve e Berg. Sotto le basi o all'interno dei coperchi di sedici di questi vasi si trovano incise la firma degli autori e le date; in alcuni casi si aggiungono anche iscrizioni che sono o una dedica oppure dei motti di carattere religioso o popolaresco. le date vanno dal 1618 al 1631 e le firme si riferiscono a Marcus Heiden e Johann Eisenberg. In due casi, il duca stesso si dichiara artefice di un vaso.
Marcus Heiden di Coburgo era tornitore e "maestro di fuochi d'artifizio e fucili" del duca; Johann Eisenberg, oriundo di Gotha, era il suo allievo.
Poco si sarebbe saputo di questi due artisti, se nel 1640 lo stesso Heiden nn avesse scritto un piccolo prezioso libro, conservato, forse in un unico esemplare, presso la biblioteca regionale di coburgo. Lo scopo dichiarato del libro, che è dedicato a Guglielmo di Sassonia era di fornire la descrizione di un "vaso tornito con decorazioni intagliate e lavori traforati" eseguito dallo Heiden, insieme alla spiegazione del suo "contenuto spirituale". Il vaso, che esiste tuttora, è conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Dal saccheggio del palazzo di Ehrenburg, a Coburgo nn si erano più lavorati vasi in avorio al tornio, pertanto Heiden decise di eseguirne uno che avrebbe dovuto servire come esempio. Nel Libro è descritto minuziosamente il vaso che viene interpretato come la forza della Chiesa e della fede cristiana. la Narrazione è accompagnata anche da citazioni dalla Bibbia e strofe in tedesco composte dallo stesso Heiden che emerge dalle pagine come un uomo colto e profondamente religioso in senso luterano. Esso era poeta e si occupava di fuochi d'artificio; altri tornitori d'avorio, settecenteschi, erano orologiai, oppure artefici di strumenti musicali, fucili e macchine da teatro: il tornitore artistico era maestro versatile che godeva di molta stima a corte. il suo lavoro si basa sull'applicazione delle regole matematiche, e la passione per il tornire dimostrata dai principi si inserisce tra gli interessi delle epoca per la meccanica, la geometria e le scienze naturali. Al tornio si realizzavano le idee astratte e geometriche, e i cubi, globi, poliedri, frequentemente rappresentati, si ispirarono ai cristalli. Una dentro l'altra queste forme ricordano il sistema planetario di Keplero, il suo "mysterium cosmograficum" del 1595, con il quale egli pensò di penetrare i segreti della creazione. Con il settecento il tornire diventa argomento di studio all'Accadémie Royale des Sciences di Parigi. Vengono pubblicati manuali che, a differenza del libro di Heiden, spiegano i metodi e la tecnica. Gli artefatti dell'epoca sono altrettanto complicati, ma ad essi manca la vigorosa inventività che caratterizza i vasi di Heiden e di Eisenberg.



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