₪ '' Per me disegnare l'uomo é molto semplice, disegno esattamente quello che amo portare io. '' Walter Albini |
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Il museo degli argenti a Firenze conserva tra i suoi tesori medicei una notevole collezione di avori torniti. Tra essi, i più singolari, per aspetto e storia, sono senz'altro i vasi provenienti da Coburgo. Fragili e fantasiosi, a renderli ancora più curiosi è il fatto che essi sono arrivati a Firenze come bottino di guerra. Si trovavano nel palazzo ducale di Ehrenburg a Coburgo quando questa città, il 28 settembre 1632, fu presa dall'armata imperiale durante la guerra dei trent'anni. Un colonnello di nome Keller si appropriò dei vasi ma in seguito li consegnò al principe Mattias de' Medici il quale, legato all'imperatore da vincoli di parentela, combatteva nelle truppe imperiali. In piena guerra i vasi furono spediti attraverso le Alpi a Firenze, al granduca Ferdinando II, fratello di Mattias. Arrivarono il 1° di Aprile 1633 e furono sistemati nella Galleria degli Uffizzi. Trentadue erano i vasi a Ehrenburg, trenta furono inviati e ventisette si conservano ancora. Si tratta di un gruppo omogeneo che si rivela eseguito da due tornitori tedeschi operanti alla corte dello sfortunato principe di Coburgo, Johann Casimir duca di Sassonia, Julich, Cleve e Berg. Sotto le basi o all'interno dei coperchi di sedici di questi vasi si trovano incise la firma degli autori e le date; in alcuni casi si aggiungono anche iscrizioni che sono o una dedica oppure dei motti di carattere religioso o popolaresco. le date vanno dal 1618 al 1631 e le firme si riferiscono a Marcus Heiden e Johann Eisenberg. In due casi, il duca stesso si dichiara artefice di un vaso. Marcus Heiden di Coburgo era tornitore e "maestro di fuochi d'artifizio e fucili" del duca; Johann Eisenberg, oriundo di Gotha, era il suo allievo. Poco si sarebbe saputo di questi due artisti, se nel 1640 lo stesso Heiden nn avesse scritto un piccolo prezioso libro, conservato, forse in un unico esemplare, presso la biblioteca regionale di coburgo. Lo scopo dichiarato del libro, che è dedicato a Guglielmo di Sassonia era di fornire la descrizione di un "vaso tornito con decorazioni intagliate e lavori traforati" eseguito dallo Heiden, insieme alla spiegazione del suo "contenuto spirituale". Il vaso, che esiste tuttora, è conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Dal saccheggio del palazzo di Ehrenburg, a Coburgo nn si erano più lavorati vasi in avorio al tornio, pertanto Heiden decise di eseguirne uno che avrebbe dovuto servire come esempio. Nel Libro è descritto minuziosamente il vaso che viene interpretato come la forza della Chiesa e della fede cristiana. la Narrazione è accompagnata anche da citazioni dalla Bibbia e strofe in tedesco composte dallo stesso Heiden che emerge dalle pagine come un uomo colto e profondamente religioso in senso luterano. Esso era poeta e si occupava di fuochi d'artificio; altri tornitori d'avorio, settecenteschi, erano orologiai, oppure artefici di strumenti musicali, fucili e macchine da teatro: il tornitore artistico era maestro versatile che godeva di molta stima a corte. il suo lavoro si basa sull'applicazione delle regole matematiche, e la passione per il tornire dimostrata dai principi si inserisce tra gli interessi delle epoca per la meccanica, la geometria e le scienze naturali. Al tornio si realizzavano le idee astratte e geometriche, e i cubi, globi, poliedri, frequentemente rappresentati, si ispirarono ai cristalli. Una dentro l'altra queste forme ricordano il sistema planetario di Keplero, il suo "mysterium cosmograficum" del 1595, con il quale egli pensò di penetrare i segreti della creazione. Con il settecento il tornire diventa argomento di studio all'Accadémie Royale des Sciences di Parigi. Vengono pubblicati manuali che, a differenza del libro di Heiden, spiegano i metodi e la tecnica. Gli artefatti dell'epoca sono altrettanto complicati, ma ad essi manca la vigorosa inventività che caratterizza i vasi di Heiden e di Eisenberg. |
Musĭca XXI Riccardo Lionello Download Sun Ra - Tiny piramids (1973) James Pants - Oil (2009) Kelley Polar - We live in an expanding universe (2007) Charanjit Singh - Raga Megh Malhar (1982) Mort Garson - Symphony for a spider plant (1976) Peter Bardens - Don't goof with a spook (1970) The Glass Family - The means (????) Robert Banks - Heaven on their minds (1972) Mos Def - Umi says (1990) Marine Girls - Holiday song (1981) |
Musĭca XXI Federico Donelli Ahmad Jamal - Swahililand (1973) Alice Coltrane - Turiya And Ramakrishna (1970) Archie Shepp - Quiet Dawn (1972) Doug Carn - Chant (1974) Eugene McDaniels - Jagger The Dagger (1971) Gil Evans - There Comes A Time (1975) King Pleasure - I'm In The Mood For Love (1952) Sam Cooke - Somebody Have Mercy (1962) Sam Cooke - Bring It On Home To Me (1962) Stanley Cowell Trio - Abscretions (1973) |
Fin dall'epoca classica colonne e obelischi, coppe e vasche di varie fogge e materiali vennero utilizzate come oggetti decorativi per edifici pubblici e residenze private. Un gusto, questo, che rifiorì nel '500. Ma l'oggettistica ben presto si diversificò e così l'attenzione dei maestri artigiani si rivolse ai frammenti architettonici. Questi elementi, riprodotti in scala ridottissima permisero la decorazione degli interni delle dimore gentilizie del rinascimento. Una passione che durò a lungo esplodendo poi nel periodo neoclassico, all'indomani di grandi scoperte archeologiche: basti pensare ad Ercolano e Pompei: L'antichità romana viene assunta come modello e ad essa si ispireranno celebri artisti. Nella prima metà dell' 800, per viaggiatori illustri e stranieri, Roma diventò una tappa obbligatoria e con l'acquisto di obelischi in miniatura si consacrava il ricordo della città. Souvenir ricercati e allo stesso tempo molto costosi. A Roma, in Piazza di Spagna, fiorirono le botteghe di artigiani marmisti, esperti nella lavorazione del marmo duro, il materiale utilizzato per questi oggetti che ben presto entreranno a far parte di ricche collezioni. Il gusto fu prettamente romano, anche se qualcosa veniva confezionato a Firenze, dove l'Opificio fiorentino era attrezzato per la lavorazione dei marmi duri. Le opere dei maestri artigiani, Costantino Roinaldi e Benedetto Boschetti, che operarono tra il XVIII e il XIX secolo, sono ancora i più richiesti. |
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